La storia e il restauro

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Il restauro del 2017-18
Gli importanti interventi di conservazione e restauro delle facciate di Palazzo Malvezzi de’ Medici, realizzati da giugno 2017 a marzo 2018, hanno consegnato alla Città metropolitana una sede rinnovata.

I dettagli delle due facciate, ispirate agli esempi del Rinascimento romano, sono stati svelati dagli accurati restauri, privilegiando la natura e le cromie tipiche della pietra arenaria, il rosso dei mattoni a vista, gli elementi decorativi dei tre ordini architettonici, le arcate e le colonne del portico su via Zamboni.
Progettazione e direzione lavori a cura dei tecnici dell’Area Servizi Territoriali – Servizio Edilizia Scolastica e Istituzionale della Città metropolitana.

I lavori sono stati eseguiti dalla squadra di professionisti dello studio di Ottorino Nonfarmale, in stretta sinergia con l’impresa edile Bercos, e con la preziosa supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara che ne ha seguito tutte le fasi.

Il restauro
 

Un po' di storia

Il monumentale palazzo Malvezzi de' Medici fu fatto costruire dalla vedova di Giovanni di Bartolomeo Malvezzi, Paola di Antonio Maria Campeggi, a partire dal 1560 su progetto di Bartolomeo Triachini, uno dei più rappresentativi architetti del maturo '500 bolognese. La facciata presenta uno sviluppo imponente a tre ordini sovrapposti che viene tuttavia soffocato dalla ristrettezza della via di San Donato (poi via Zamboni) sulla quale il palazzo si apre, tanto che con il passare del tempo il ramo della famiglia che lo abitava venne soprannominato "dal Portico Buio". La nuova e prestigiosa residenza venne eretta su un'ampia area dove già sussistevano immobili di proprietà della ricca famiglia senatoria e continuò a subire ulteriori interventi nei secoli successivi.

Nel 1725 il marchese Giuseppe Maria Malvezzi de' Medici (1670-1736) fece realizzare il maestoso scalone d'onore su disegno dei Bibiena e sotto la direzione di Alfonso Torreggiani e cinque anni dopo fece restaurare il portico esterno.

Gli ambienti interni, soprattutto al piano nobile, subirono forti trasformazioni alla metà del secolo XIX per volontà di Giovanni Malvezzi de' Medici (1819-1892), che ne affidò la realizzazione allo scenografo teatrale Francesco Cocchi (1788-1865), il quale aveva maturato una particolare esperienza in numerosi soggiorni di lavoro nel Nord Europa.

La nuova decorazione del piano nobile esibiva un lustro scenografico pensato più per ospitare feste e convivi, che per rispondere alle esigenze pubbliche di una famiglia dell'aristocrazia senatoria bolognese, nelle sale che avevano ospitato uno dei salotti letterari più cólti e raffinati della città, quello tenuto dalla contessa Teresa, madre dello stesso Giovanni, appassionata di letteratura e ospite illuminata, tra molti altri intellettuali dell'epoca, di Vincenzo Monti e Giacomo Leopardi.

Al termine dei restauri guidati da Cocchi l'appartamento al piano nobile di Palazzo Malvezzi venne inaugurato nel febbraio 1854 con un grande ballo voluto dal conte Giovanni, il quale negli anni successivi fu anche eletto consigliere della nuova Provincia istituita con l'Unità d'Italia.

Nel 1931 il palazzo fu venduto da Aldobrandino Malvezzi (1881-1961), professore all'Università di Firenze, alla Provincia di Bologna, che fino a quella data aveva condiviso con il Municipio e la Prefettura la sede di Palazzo d'Accursio.

Per adattarla alle nuove esigenze amministrative la struttura edilizia subì una serie di pesanti trasformazioni e dell'arredamento originario vennero conservati unicamente i pezzi collocati al piano nobile, mentre i rimanenti, rimossi dal palazzo, furono in gran parte dispersi sul mercato antiquario.

 

Le sale

Gli ambienti del piano nobile di Palazzo Malvezzi mantengono l'assetto decorativo ottocentesco: l'apparato eseguito dallo scenografo Francesco Cocchi, improntato a un gusto eclettico classificabile tra i pochi esempi bolognesi di quel Neorococò di ispirazione sabauda, che avrebbe presto caratterizzato le dimore aristocratiche del Regno.

Dell'apparato decorativo fanno parte anche le numerose e raffinate porte a doppio battente in legno intagliato e dorato, che mettono in comunicazione i vari ambienti del piano nobile, il cui disegno originario, oggi conservato al Cooper Hewitt Museum of Design di New York, si deve sempre a Francesco Cocchi.


Lo scalone

E' stato realizzato nel 1725 su incarico del marchese Giuseppe Malvezzi (1670-1736), su disegno di Ferdinando Bibiena e realizzato da Alfonso Torreggiani. L'attribuzione del progetto al Bibiena è possibile grazie a uno scritto di Francesco Malaguzzi Valeri, nel quale lo studioso afferma di aver visto i disegni autografi, ora purtroppo perduti.